
insegnante di canto
Posso dire di cantare da quando ho memoria. In famiglia, cantare era una questione di causa effetto!
Mi spiego: mamma cucinava mentre cantava Celine Dion, papà guidava e cantava i Pink Floyd, mia nonna, che aveva una fattoria, cantava le canzoni napoletane mentre dava da mangiare agli animali, con mia sorella giocavamo a cantare le Spice Girls in inglese quando ancora non sapevamo nemmeno leggerlo.
I primi CD (sì, suona molto vintage, ma inizio ad essere diversamente giovane…) che ho consumato da quante volte li ho ascoltati, sono quelli di Whitney Houston: ne ero ossessionata a tal punto da trascrivere le canzoni in inglese con segni e parole che neanche gli antichi egizi sarebbero capaci di decifrare!
Un giorno, nel pieno dell’adolescenza, ho scoperto che cantare mi restituiva una strana ma piacevole sensazione, mi faceva stare bene. Potevo andare dove volevo e riuscire a non pensare a niente, ed era sempre la stessa emozione, che fossi triste, felice o arrabbiata.
Decisi così di avvicinarmi ancora di più al canto: iniziai a prendere lezioni. Avevo 14 anni e cantavo col coro della chiesa, cantavo a casa, a lezione, praticamente ovunque fosse possibile. Con il tempo mi instradarono nell’ambito dei concorsi canori e della televisione, a cui devo molto della mia esperienza. Ho cantato in più città europee e anche dall’altra parte del mondo, ma non mi importava mai il risultato della gara quanto di salire su più palchi possibili perché lì potevo cantare e mi ascoltavano tutti. E mi piaceva, mi piaceva più di qualsiasi altra cosa.
Quando sono cresciuta e ho terminato la scuola, il mio desiderio di diventare una vera e propria cantante non si placava. Per necessità, però, ho iniziato a lavorare: ho fatto di tutto, cameriera, receptionist, pony pizza, la baby sitter, tutto!
Ma non ho mai rinunciato al mio sogno. Pur di riuscire a prendere impegni canori, mi davo malata sul lavoro. Era troppo importante per me!
A 23 anni la passione è diventata talmente forte che ho deciso di lasciare il lavoro per dedicarmi solo alla musica. Sono andata a vivere da sola in una città non distante dalla mia e lì ho incontrato quelli che tutt’ora sono i miei maestri: Loredana e Valerio. Grazie a loro sono riuscita a diventare la cantante che ho sempre voluto essere: quella che di musica ci vive!
Non nego che ero molto spaventata, perché è estremamente difficile rispondere allo stereotipo sociale facendo la cantante!
Dopo aver conseguito il diploma come performer e come insegnante di canto moderno al Bachelor of Arts di Londra, ho iniziato ad insegnare, a fare concerti, a formarmi insieme a grandi musicisti della scena italiana e ad avere anche collaborazioni professionali con personaggi noti.
Mi è sempre piaciuto insegnare. La mia prof delle medie mi diceva che avrei dovuto fare la maestra, ma la mia strada è sempre stata la musica. Ci aveva visto lungo comunque, dato che mi sono ritrovata ad essere una maestra di canto, e non di una materia come la avrei potuta intendere a 13 anni.
Penso che insegnare ad un’altra persona sia un privilegio. Io per prima sono stata allieva ed ho imparato dai miei maestri. Credo che ognuno abbia il diritto di scegliere l’insegnante che ritiene più giusto per se stesso!
Fare parte del percorso di realizzazione di un desiderio di qualcuno è un onore e una responsabilità importante. Quindi insegno al meglio che posso, dando tutta me stessa.
Cantare è una necessità di cui non posso fare a meno. E quando a volte mi chiedono: “Ma qual è il tuo piano B?”, io rispondo sempre: “Non esiste un piano B!”.